Pagina:Della Nuova Istoria.djvu/411

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de’ dardi nemici, al grandinare de 1 sassi, ed all’inferocire degli elefanti, ella eseguisce lo sbarco. L’imperatore conduceva la battaglia in persona. Non appena -calpestato ba egli l’ostile terreno, che ricompone le sue schiere, e colle chiuse sue file piomba a distruggere le nuove forze che l’inimico accampa sul lido. La perdita di soli setlantacinque legionari dall’una, e di presso a sei mila barbari dall’altra, attestò una quasi incredibile vittoria, ed il glorioso riuscimcnto d’uria delle più malagevoli imprese dell’arte militare; l’eseguire uno sbarco in faccia all’inimico, e contro un’inimica corrente, che dalla riva, a cui aggiungere aneli, t’allontana (92).

Ma un così costante favore della fortuna, accennava appunto con la sua costanza il suo termine, e Giuliano sotto le mura della capitale dell’Assiria pervenuto era a quel pieno e splendente" meriggio di gloria, che annunziandone quasi sempre il tramonto, a manifestar viene non meno i limiti della nostra sufficienza, che l’indole della nostra invidiosa natura. La gloria, ella pure, come ogni altra terrena cosa, à voler ch’essa non receda, uopo è che proceda, ma sciaguratamente il merito che basta ad acquistarla, a conservarla non basta. Nuovi nemici contro a’ gloriosi s’accampano; l’insolenza cioè della prospera fortuna, la giunta al colmo invidia degli emuli, e il peso a sostenersi gravissimo della propria.celebrità. Occorre in quelli che lo splendore delle azioni presenti eguagli non già, ma vinca eziandio quello delle passate, per questo solo che passate esse sono, e che la nostra ammirazione, scemando in noi ogni dì più per la famigliarità, a così dire, ed abitu-