Pagina:Della Nuova Istoria.djvu/412

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dine. ch’ella acquista di quella grandezza, ha d’uopo del pari di ognor più forte luce e vigorosa onde destarsi. Quindi in essi la necessità, affine di soslener l’alto posto, d’abbandonarsi allo stupendo ed all’incredibile, il quale se, come avvenir debbe di sua condizione, fi» che anche un tratto solo fortunato non riesca, ecco nella temerità di un solo passo, lutto a’nostri ocelli oscurarsi il pregio di una illustre e splendida vita. Ogni cosa allora confondesi, e ciascuno nell’esagerazione degli errori di un grand’uomo, cerca un conforto alla propria mediocrità. Colpe divengono ne’ gloriosi i capricci dèi caso, gli imprevisibili eventi, le imperfezioni che disgiunte non vanno nè anche da una eccellente, natura, e sino le cose stesse che celansi alla nostra ignoranza; nè altro clic un’opportuna « desiderabile morte può preservarli a quella seconda vita a cui aspirano, allorchè avvenga che la Cieca fortuna imprenda a ruotar la falce su i loro allori.

’E l’opportuna e desiderabile morte mancò a Giuliano^). Nel considerare questo principe da qui appresso, egli è d’uopo o accagionarlo de’ più grossolani errori, od ogni cosa attribuire, e ninno, noi crediamo, vorrà esitar nella scelta, non meno alla nostra ignoranza de’ fatti, che agli arditi proponimenti di quella virtù che nascondesi alla nostra debolezza. Ei fin- qui rivolge gli sforzi tutti dell’esercito verso la capitale dell’Assiria, e pervenutovi si ritira, e non ne imprende l’assedio: con inauditi travagli e dispendi gravissimi, giunge a traspor (’) Noi vedremo ch’ci la pensava altrimenti, ma la posterità sembra discordare dal suo pensamento.