Pagina:Della Nuova Istoria.djvu/462

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le lettere di Giuliauo re n’ha una di suo fratello scritta dalla sua residenza di Antiochia mentre era Cesare, a lui che trovavasi nella Ionia. Esprime in essa la penosa sollecitudine in cui posto aveanlo le nuore corse dell’apostasia di lui, e l’esorta a perseverare nel suo amore per la fede cristiana. Appare anche da cotal lettera che Gallo era debole e feroce, ma pio.

(19) Gallo, di cui sopra, creato da Costanzo Cesare del1 ’Oriente. Egli era suo cugino, perchè nato da Giulio Costnuzo fratello di Costantino. Il fece morire a Pota nell’I stria, dorè alcuni anni prima Costantino fatto area trucidare I’ infelice.e raloroso Crispo. Anche suo fratello confessa che Gallo era indegno di regnare, ma sostiene che degno egli era di vivere (u). Forse sarebbesi espresso più adeguatamente dicendo, che la insufGcicnza e debolezza sua, permettevano a Costanzo di lasciarlo in vita senza proprio pericolo. Ammiano deplora a questo modo la turpe morte a cui fu fatto soggiacere da suo cugino: et ita colligatis manibus in modtini noxii ciijiisJnm Introni s, cervice nbscissn, ereptaque vultus et capitis

et provinciis formidaturn (b). Il Mazianzeno non polendo in questa occasione evitare la difficoltà di biasimare la condotta di uno dei due principi cristiani, salta il malpasso con bravura di suo pari: àc Casari quidem et imperlimi et vita f inerti accipit: qua mirri interea uccide runt, silenzio premunì, tam ejus grafia qui fedi, quam fjus qui passus est: quorum utriusque pie tate in venerans, temeritatem hnudquaquani laudo (c). Mota, industre parola temeritatem! quanto alla religione di Costanzo V. Amili., lib. 21; Fleury, iiist. Ecclèsiast. tom. 11; ed il P. Maimbourg, Iiist. de l’arianisme.

(a) Jul. Ad Athen. (A) Lib. 14, csp. 5. (c) Oraz. 3, pag. 5;.