Pagina:Della Nuova Istoria.djvu/58

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44 ZOSIMO, DELLA NUOVA ISTORIA,

no imperfette le fila della storia. Al partire di Aureliano verso l’Europa conducendo seco Zenobia, il figlio e gli altri tutti avvolti nella ribellione, corse il grido che la prima sia per malattia, sia per astinenza dai cibi, si morisse: il resto, eccettuatone il figlio1, sommerso fosse nel mezzo dello stretto infra Calcedone e Bizanzio.

Aureliano di poi, mentre viaggiava alla volta d’Europa, ebbe a sapere che taluni a dimora presso Palmira abbattutisi in Apseo, promotore delle passate loro faccende, scoperto aveanlo tentare Marcellino, prefetto della Mesopotamia e capo della orientale amministrazione, a farsi ornare della imperiale veste, e lento mirandolo nel risolvere non cessavano d’insistere onde v’acconsentisse; ma egli sempre temporeggiando con ambigue risposte appalesare volea ad Aureliano quanto erasi propizio di operare. I Palmireni tra tanto, vestito Antioco di porpora, non dilungavano dalla città loro.

Aureliano, uditone, partì di lancio, come si trovava, prendendo la via d’oriente. Arrivato in Antiochia e presentatosi al popolo intento ai giuochi equestri, lo intimorì colla sua repentina comparsa; di là condusse le truppe a Palmira, e conquistatala senza por mano alle armi l’atterrò, nè curossi punto d’Antioco, non estimandolo tampoco degno, a motivo della viltà sua, di gastigo. Fatto quindi con prontezza rinsavire eziandio gli Alessandrini rei di eccitamento a sedizioni, entrò

  1. Accordatagli, dice Pollione, da Aureliano la vita, che passò coi figli di Romana matrona, ed una possessione vicino a Tivoli nomata pur oggi Zenobia.