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LIBRO PRIMO. 45

in Roma trionfante, ed ebbevi onorificentissima accoglienza dal popolo e dal senato. Inalzò allora un magnifico tempio al Sole, ornandolo de’ sacri tesori portati seco da Palmira, e locandovi i simulacri del Sole e di Belo. Dopo queste cose ed assai di leggieri vinti Tetrico1 e gli altri congiurati, giusta lor meriti castigolli. Distribuì parimente al pubblico una nuova moneta, ordinandogli ad una di consegnare tutta la falsificata di cui era in possesso, onde togliere nel commercio ogni abuso; fatta inoltre al popolo Romano largizione di pane 2, e regolati tutti gli affari abbandonò Roma.

Intrattenutosi a Perinto, ora detta Eraclea, furongli tramate le seguenti insidie. Aveavi nella sua corte un Eros3 di nome e referendario delle imperiali risposte. Aureliano minacciato avendolo per qualche mancamento lo intimorì, e costui, ad evitare che dalle parole si venisse ai fatti, strinse lega con alcune guardie conosciute da lui temerarissime, ed, appalesando loro varie lettere finte a norma delle auliche (versatissimo già da pezza in tale ribalderia) postele in sospetto d’una imminente morte (contenendone esse chiari indizj) le persuase a tentarne l’uccisione. Gli assalitori

  1. Tetrico non solo ebbe grazia della vita, ma venne da Aureliano eletto a governatore di tutta l’Italia. Pollione.
  2. In Roma accrebbe d’un’oncia il pane co’ tributi Egiziani; del che non poco gloriasi nella lettera mandata al prefetto dell’annona.
  3. Vopisco narra che un Mnesteo si valesse dell’opera di Musicapore nell’estinguere Aureliano; in tutto il resto non differisce da Zosimo.