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66 ZOSIMO, DELLA NUOVA ISTORIA

Del rimanente Massimiano Gallerio, comportar non potendo senza molestia i macchinamenti contra Severo cesare, stabilì dall’oriente viaggiare a Roma onde recare il meritato gastigo a Massenzio. Presa terra in Italia e vedendo gli animi de’ militi poco alla sua persona fedeli, senza far pruova delle armi ricalcò la via d’oriente.

Massimiano Erculio di poi comportando mal volentieri i torbidi che travagliavano la repubblica, direttosi a visitare Diocleziano a dimora in Carunto (Celtica città) studiavasi persuaderlo a riprendere le redini dell’impero, non tollerando che, per sì lungo tempo e con tante fatiche da loro conservato, pericoli ora di essere sconvolto da forsennata gioventù e dalla pazzia di coloro, ì quali ne avrebbero il reggimento. Diocleziano rifiutò di condiscendere alla proposta, anteponendo la quiete al maneggio degli affari (forse perchè, religiosissimo essendo, prevedeva i torbidi prossimi a succedere). Erculio fallitogli il colpo ed inoltratosi infino a Ravenna camminò di nuovo alle Alpi, volendo quivi dimandare consiglio a Costantino. Ma, per natura cupido e mancator di fede, promessagli la figlia Fausta in isposa e seco lui adempiuta la parola, era tutto nell’ingannarlo, assicurandolo che perseguiterebbe Gallerio Massimiano all’uscire dell’Italia, e tramerebbe insidie a Massenzio. Riportatone il consentimento intorno a quanto esposto avea, di là partendo procacciava ricuperare l’impero colla speranza di produrre scambievoli odj infra il genero Costantino ed il figlio Massenzio.