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DELLE DONNE 197

donne sopravanzano gli uomini, in grazia appunto di una intuizione loro propria1, ed anche si segnalarono nella medicina, nella diplomazia, negli uffici sacerdotali della cura delle anime. Per lo stesso motivo le donne dispiegano uno speciale accorgimento in certe arti che richiedono finezza di gusto, come il piccolo commercio, il giardinaggio, oppure in certi uffici che richiedono sottile discernimento di minute circostanze della vita umana, p. es. nella cura dei malati2. Ma filosofesse, giureconsulte, donne politicanti, letterate, scrittrici di giornali non si conoscono di molto conto, nè la natura stessa concede che ce ne siano3. Poco guadagno, opina il Sybel, verrebbe al mondo dall'esservi donne professoresse nelle Università o governatrici di provincie4.

Ma l'ammissione delle donne a molte professioni, da cui ora se ne stanno fuori, nel mentre è pel Sybel la sola ragionevole opinione uscita fuori dalle odierne discussioni intorno alla quistione femminile5, è altresì, a suo parere, una riforma che meno richiede la mutazione delle leggi esistenti, di quello che una riforma della femminile istruzione. Egli è soltanto, egli dice, ad insufficienza di cognizioni che si può far risalire la minor perfezione, e quindi la minore retribuzione del lavoro femminile6.

Tale riforma dovrebbe, a parere del Sybel, avere due diversi aspetti, mirare a due fini distinti. Da una parte egli è necessario allargare e rendere più seria l'istruzione che si impartisce alle giovinette nelle scuole corrispondenti ai ginnasi maschili. Le lingue antiche vi dovrebbero trovar posto accanto alle moderne; le cognizioni e le arti di mero lusso dovrebbero cessare dal costituire la parte principale dell'insegnamento; e in loro vece dovrebbe essere mira precipua degli insegnanti e delle

  1. Ib.
  2. Ib.
  3. Ib., p. 73.
  4. Ib., p. 73.
  5. Ib., p. 74.
  6. Ib.