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DELLE DONNE 235

classe sociale, anziché dell'intero sesso femminile. La letteratura italiana degli scorsi secoli ha sempre avuto carattere aristocratico, ma in nessun argomento lo ebbe più pronunciato, che in quello dei diritti e dei meriti delle donne. Tutti i fautori della eguaglianza dei due sessi, benché nelle generali premesse non accennassero a distinzioni di classi, venendo però a pratiche conclusioni, sia nel campo degli studi e della coltura femminile, sia in quello dei sociali diritti, ebbero sempre di mira le donne delle classi più alte della società, e se vi ha qualche eccezione da fare a tale abitudine, la si riscontra piuttosto fra le scrittrici che fra gli scrittori. Di tal guisa si può dire che prima del nostro secolo la così detta quistione femminile non ha mai assunto l’aspetto e la gravità di vera quistione sociale, e che i più zelanti apologisti del sesso femminile nei secoli scorsi non furono, come già ebbe ad osservare il Dell'Acqua1, che una trasformazione dell’antica cavalleria, oppure si lasciarono soverchiamente impressionare dalla circostanza che in realtà nei secoli andati le molte donne italiane, illustri per sapere, per ingegno e per ogni genere di civili virtù, appartennero quasi tutte al ceto patrizio.

Nel secolo decimottavo era infatti opinione generalmente ricevuta in Italia che alle nobili donzelle fosse indispensabile un ricco corredo di cognizioni letterarie. Basta scorrere i non pochi libri intorno alla educazione femminile stampati in quel secolo per convincersene2. Il più celebre propugnatore di questa opinione fu Gian Vincenzo Gravina3, il quale affermava

  1. V. sotto a p. 239.
  2. Veggasi fra gli altri La Damigella istruita (Torino, Mairesse, 1787). In questa bellissima operetta si raccomanda alle nobili donzelle anzitutto lo studio della lingua italiana, poi quello della francese, indi degli elementi della logica, della storia naturale, della fìsica, della geometria, e poscia, e più largamente, della religione, della geografia e della storia (p. 44 e seg.). Viene sconsigliata la lettura delle commedie, dei romanzi e del Metastasio (ib.).
  3. Gian Vincenzo Gravina, Regolamento degli studi di nobile e valorosa donna,