Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
78 | DELLA CONDIZIONE GIURIDICA |
rato col nome di libertà nel matrimonio, checché intenda e si industri di mostrare l'egregia autrice, non potrebbe mai significare né riuscire ad altra cosa, fuorché a legalizzare il mercato delle donne povere, e la sregolatezza di quelle provviste di mezzi di fortuna.
Gli scrittori più celebri del nostro secolo, a cui le suaccennate esagerazioni ispirarono dottrine opposte e sfavorevolissime alle donne, sono stati finora il Proudhon, e Augusto Comte.
Del Proudhon può dirsi veramente che uno dei suoi temi più favoriti, quasi una missione che egli si è imposta fra i cultori delle scienze sociali, sia stata quella di rimettere in onore con nuovo apparato di formole speciose, e di un pretenzioso dottrinarismo, i più volgari pregiudizi intorno all'inferiorità del sesso femminile.
Nelle prime memorie sulle proprietà1 egli affermava non potervi esservi società fra uomo e donna, più che fra animali di specie diversa; nella terza memoria, negava alla donna la qualità di cittadina2. Nell'opera: la Creazione dell'ordine nell'umanità3 egli dichiara la donna «minore» tanto nell'officina quanto nella famiglia, e non facente parte della città. Nelle Contraddizioni economiche egli pone alle donne il seguente dilemma: «o cortigiana, o madre di famiglia»4. Nelle sue lettere alla signora Jenny d'Hericourt, autrice di un libro sulla donna emancipata5, egli afferma che la specie di crociata, combattuta da parecchie donne dell'uno e dell'altro emisfero a favore delle prerogative del loro
- ↑ Qu'est ce que la propriété, p. 265, nota.
- ↑ Pag. 80.
- ↑ La création de l'ordre dans l'humanité, Paris, 1845, p. 552.
- ↑ Système des contradictions économiques, Paris, 1846, p. 254.
- ↑ La femme affranchie, Bruxelles, 1860; le lettere di Proudhon sono risposte ad una interpellanza dell'autrice, riportate nell'opera stessa di questa. Lettera I, vol. I, p. 128-131, Lettera II, p. 142-148.