Pagina:Della fortuna di Dante nel secolo XVI Barbi, 1890.djvu/20

Da Wikisource.

- 6 — colto e diffuso nelle sue opere; l’aver per primo nobilitato la lingua volgare (^). Inclito, eccellentissimo, e divo poeta sono gli epiteti end’è accompagnato il nome dell’Alighieri nei titoli e nelle rubriche delle edizioni quattrocentine e cinquecentine del sacro poema: divina sì disse la Commedia ( e r uso dura anche oggi ) nell’edizione giolitina del 1555 e nelle due ristampe per Domenico Farri del 1569 e del 1578 e nella fiorentina della Crusca. 11 Varchi non pur confessava, ma giurava che quante volte aveva letto il grande poema, che fra il di’ e la notte eran più di mille^ sempre gli era cresciuta la maraviglia e lo stupore, parendogli di trovar nuove bellezze (^). Ma come d’" uomo veramente dottissimo „ (^), la poesia dell’Alighieri non fu (come già aveva notato Leonardo Brunì ) " sterile né povera^ né fantastica, ma fecondata e arricchita e stabilita da vera scienza e da molta disciplina „ (*); onde ebbe il suo au(’) Gelli, Orazione fatta neirAccademia di Firenze sopra la esposizione di Dante (Letture; I, 1 1 sgg. ). (’) Lezioni sul Dante; Firenze, 1841; I, 8. Anche il Gelli: «Io non leggo mai questo poeta che io nuovamente non mi maravigli de la sua grandezza e della bellezza sua grandissima. Laonde posso io ben ragionevolmente dire di lui quello che egli de la sua madonna Beatrice diceva, cioè Io non la vidi tante volte ancora Ch’io non trovassi in lei nuova bellezza». ( Letture, II, 547 ). (’) Trtssino, Prefazione al De Vulg. El. nelle sue Opere; Verona, Vallarsi, 1729; II, 143. (*) Vita di Dante a pag. XXV dell’edizione sansoniana della Commedia (Firenze, 188fi ).