Pagina:Della fortuna di Dante nel secolo XVI Barbi, 1890.djvu/39

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— 25 — biltà, di soggetto con altezza di fini. Onde rispondendo a coloro che con " troppo fastidio „ ripigliavano il grande poeta nella parte spettante alle parole, afferma non esser " punto convenevole servirsi del giudizio più isquisito „ degli ultimi tempi per condannarlo, perché egli avesse " talvolta parlato e scritto secondo lo stile che pure allora comunemente correva „, né si fosse curato, "a maggior fantasie inteso», di riuscire elegante come il Petrarca. Oltre di che i pregi artistici nella Commedia non mancano; e il Benivieni si dà, cura di metterli in rilievo e di mostrare quanti degli scrittori venuti dopo T Alighieri colsero " dei fiori del fruttifero giardino „ di lui (i). 11 più caldo dei difensori di Dante fu forse il Gelli. Non che egli scrivesse per ciò un libro speciale, ma avendo preso ad esporre nell’Accademia Fiorentina il divino poema, e parendogli quindi che a lui appartenesse ancora il difenderlo; ogni volta che s’imbatteva iu luoghi dagli avversari di Dante censurati, ribatteva le accuse o scusava il poeta per la semplicità e rozzezza del secolo in cui visse (^). "Se quegli che hanno biasimato Dante, dicendo ch’egli non ha usato in questa sua opera quello stile alto, candido e bello, e quelle parole dolci, terse e leggiadre, che hanno fatto ne’loro poemi molti altri poeti volgari, fiorentini e toscani e di qual si voglia altro paese, avesser considerato un poco con più dilgenza il termine nel quale si truovava la nostra lingua, quando egli scrisse^ la poca notizia (*) Discorso cit. e; Letture I, 325, 652; li, 292, 304, 327, 371, 468.