Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 2.djvu/140

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cquero a varie mutazioni. Ed Ione nella sua tragedia di Onfale così parla dell’Eubea: L’onda del rapido Euripo disgiunse la terra euboica dalla Beozia, aprendosi una via verso il golfo di Creta.

Demetrio da Calati1 poi enumerando i tremuoti avvenuti nel volgere del tempo in tutta quanta la Grecia dice che molte parti delle Licadi e del Ceneo2 furono sommerse: che le sorgenti calde di Edepso3 e delle Termopili cessarono per tre giorni, poi diedero acqua di nuovo, ma quelle di Edepso però si apersero nuove sorgenti: che le mura di Orea lungo il mare, ruinarono con circa settecento case: che Echine, Falare ed Eraclea di Trachinia4 caddero anch’esse in gran parte, e Falare anzi rovinò dalle fondamenta: che lo stesso accadde anche a’ Lamiensi5 ed a’ Larissei;

  1. Calati, città della bassa Misia verso quel luogo ove trovasi ora Mankalia.
  2. Le Licadi sono isolette o piuttosto semplici scogli vicinissimi al Ceneo, promontorio occidentale dell’Eubea detto dai Greci moderni καβο Λιθάρι, e dagli Europei capo Litar, e Canaia, o Litada. Le antiche Licadi poi portano quest’ultimo nome. (Ed. fr.)
  3. Edepso, ora Dipso, sulla costa occidentale dell’Eubea. - Appartiene all’Eubea anche Orea che gli antichi dissero Istiea, ed i moderni chiamano Orio.
  4. Eschine era in Tessaglia tra Falare e Larissa. Eraclea di Trachinia era situata al mezzogiorno dello Sperchio, fiume che divideva l’antica Ellade dalla Tessaglia e che mette foce nel golfo Maliaco.
  5. Lamiensi (e non Lariensi) leggo co’ recenti editori. Lamia era una città della Tessaglia. - Scarfia era presso alle Termopili,