Vai al contenuto

Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 2.djvu/280

Da Wikisource.
266 della geografia di strabone

rintio ve n’ha men di tremila: e il tragitto di chi naviga da quel medesimo promontorio alla Libia è di quattro mila stadii.

Le isole di quel mare sono Corcira e Sibota in faccia all’Epiro; e poi, dinanzi al golfo Corintio, Cefalenia, Itaca, Zacinto1 e le Echinadi.

Col mar Siculo si congiungono quello di Creta, ed anche il Saronico e il Mirtoo, il quale2 sta nel mezzo fra Creta, l’Argolide e l’Attica, e, chi lo misuri dall’Attica dov’esso è più ampio, si allarga a mille e duecento stadii. La sua lunghezza è poco meno che il doppio della larghezza. Quivi poi trovansi le isole di Citera, di Calauria, di Egina, di Salamina3, ed alcune anche delle Cicladi.

Tien dietro a questi mari l’Egeo col golfo Melano e coll’Ellesponto; poi il mare Icario e il Carpazio4 fino a Rodi, Creta e Cipro ed alle prime parti dell’Asia. E le isole di colà intorno sono le Cicladi, le Sporadi, e

  1. Zanto e le piccole isole Curzolari.
  2. Il quale ec.; così il testo: ὃ μεταξὺ ec. Siccome peraltro le dimensioni che l’Autore viene poi indicando non possono convenire al solo mare Mirtoo, così è da credere ch’egli abbia considerati i tre mari come in un sol corpo, e quasi come un mar solo che piglia diversi nomi nelle differenti sue parti.
  3. Citera ec., cioè: Cerigo, Egina, Coluri. Le Cicladi, ora dette Dili o Sidili, stavano intorno a Delo.
  4. Il mare Icario è quello intorno all’isola che ora dicesi Nicaria. Il Carpazio è quello in cui trovasi Scarpanto. Queste denominazioni non contraddicono (dice il Gossellin) ai nomi generali di mar Egeo e di mar Mirtoo, ma servono solo a suddividerli.