Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 2.djvu/312

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298 della geografia di strabone

pianure. Rispetto poi alla mole del sole, la quale sì nel tramonto come nel levarsi apparisce maggiore che altrove in vicinanza degli ampj mari, questo proviene dal sollevarsi in maggior copia i vapori dall’acqua; giacchè per essere i vapori trasparenti trasmettono i raggi visuali, e questi col rifrangersi ci fanno parere gli oggetti più grandi che non sono davvero. Così succede che se noi vediamo il sole o la luna tramontare o levarsi a traverso di una nube secca e leggiera1, ci paiono rosseggianti. E Posidonio afferma di avere scoperta questa menzogna osservando egli stesso il tramonto del sole in Gadi ove stette ben trenta giorni. E nondimeno Artemidoro asserisce che il sole al tramonto appare colà cento volte maggiore, e che la notte comincia tosto ch’esso è tramontato. Ma ch’egli abbia veduto questo fenomeno stando sul promontorio Sacro non è cosa credibile da chi ponga mente alle sue proprie parole. E veramente egli afferma che niuno può approdarvi di notte: dunque nè anche in sul tramontare del sole, se, come egli dice, la notte precipita

  1. Διὰ νὶφους ξηροῦ υχὶ λιπτοῦ. Lo Schneider suppone che il testo sia alterato; e forse (dicono gli Edit. franc.) in luogo di λεπτοὔ dovrebbe leggersi λευκοὔ, bianca; poichè una nube bianca è di necessità leggiera, procedendo la sua bianchezza dalla poca densità dei vapori. L’aggiunto di secca (ξηρού) vuole intendersi in questo modo, che quanto meno una nube è spessa, tanto meno è carica d’acqua, e perciò è più acconcia a trasmettere i raggi della luce. Non trattasi dunque di una secchezza assoluta, ma relativa, e quale è possibile immaginarla in una nube.