Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 2.djvu/414

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no poi aggiunto anche del proprio e consacratolo insieme per propiziarsi quel Dio1: ed affermano alcuni che Cepione per avere osato por mano a quel tesoro finì miseramente la vita, cacciato come sacrilego dalla patria, e lasciando dopo di sè due figliuole, le quali, al dire di Timogene2, furono svergognate e finirono turpemente. Ma più credibile è in ciò il racconto di Posidonio. Secondo lui il tesoro trovato in Tolosa ascendeva a circa mille e cinquecento talenti, e trovavasi parte riposto nel tempio, parte ne’ laghi sacri, non già in moneta coniata, ma in verghe d’oro e d’argento: ma il tempio di Delfo (egli dice), quando ebbe luogo la spedizione dei Galli, non avea più di così fatte ricchezze, delle quali avevanlo già spogliato i Focesi3 nella guerra sacra. Che se pure una qualche parte ve ne fu trovato, dovette esser divisa fra molti. Oltrechè non par verisimile che i Tettosagi se ne tornassero sani e

  1. Giustino racconta che i Tettosagi ritornati da quella spedizione a Tolosa loro patria, furono assaliti da un morbo pestilenziale, del quale non poterono liberarsi per consiglio dei loro indovini, se non gettando nel lago di quella città tutto l’oro e l’argento che vi avevan portato. (Ed. franc.)
  2. Costui avea scritta la storia dei Galli. La sua opera, della quale fa menzione anche Ammiano Marcellino, andò perduta.
  3. Gli abitanti delle Focide eccitati alla guerra da un decreto che gli amfizioni avevano scagliato contro di loro, furono poi obbligati di manomettere i tesori del tempio per sostenerne le spese. L’oro e l’argento ch’essi ne tolsero si fa ascendere a 10,000 talenti, val quanto dire a 53 milioni di franchi. ( Ed. franc.)