Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 3.djvu/239

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libro settimo 231

lossi, e ridusse in ischiavitù centocinquanta mila abitanti. A malgrado pertanto di queste difficoltà noi, por quanto eonviene hi nostro lavoro e per quanto ci sarà fattibile, intraprenderemo di parlare partitamente di ciascun luogo, cominciando dalla spiaggia del golfo Ionio, ch’è quella dove finisce la navigazione uscendo dal golfo Adriatico.

Le prime parti di questa spaggja sono i luoghi presso Epidamno e Apollonia. Da Apollonia alla Macedonia avvi la Via Ignazia cbe mena verso l’oriente, misurata a passi, con una lapide a ciascun miglio fino a Cipselo ed al fiume Ebro: e le miglia sono cinquecento trentacinqne; sicché computando, come i più fanno, otto stadii per ciascua miglio, sarebbero quattro mila e due cento ottanta stadii. Ma secondo Polibio, che agli otto stadii aggiunge due jugeri (cioè la terza parte di uno stadio) dovrebbero aggiungersi altri cento settant’otto stadii, che sono la terza parte del numero delle miglia. Quelli poi che partonsi sia da Apollonia e da Epidamno, dopo un uguale viaggio riescono al medesimo pnnto di questa Via. Ed essa tutta intiera chiamasi Ignazia, ma la prima parte dicesi anche Via di Candavia, ch’è un monte d’Illiria a cui questa via conduce fra le città di Licnido e di Pilone; e questo luogo serve di confine tra l’Illiria e la Macedonia. Quinci poi questa Via procede lungo Barnunte1, e a traverso di Eraclea, dei Lincesti e degli Eordi; e va ad Edessa, a Pella, e fino a Tessalonica. E sono, dice Polibio, duecento ses-

  1. Questo luogo (dice il Gosselin) m’è ignòto.