Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 3.djvu/71

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libro quinto 63

cumulo di terra che s’alza sopra un’eccelsa base di pietra bianca in vicinanza dei fiume, e tutto coperto sempre dall’ombra delle piante, e sul vertice poi v’è l’immagine di Cesare Augusto di bronzo. Sotto quel rialto di terra stanno le ceneri di Augusto stesso, de’ suoi congiunti e famigliari. Da tergo è un gran bosco, dentrovi mirabili passeggi. Nel mezzo poi del Campo1 avvi il sito dove fu già il suo rogo: all’intorno ha un cerchio di pietra bianca, ed una sbarra di ferro; al di dentro è tutto pieno di pioppi. Tuttavolta se l’uomo da questo Campo si trasferisce al vecchio foro, e contempla le basiliche, i portici, i templi chi quivi sono l’uno all’altro contigui, e poi vede anche il Campidoglio co’ suoi edifizii, e quelli che stanno sul Palatino, e il passeggio di Livia, facilmente dimenticherà tutto il resto. Tale è Roma.

Le altre città del Lazio si possono enumerare come con qualche altro ordine, così principalmente seguitando quello delle strade più conosciute che discorrono quel paese; perocchè trovansi o lungo quelle strade, o vicino ad esse o fra mezzo. Le strade poi più conosciute sono l’Appia, la Latina e la Valeria. L’Appia2 circonda le parti marittime del Lazio da Roma fino a Sinuessa: la Valeria va rasente la terra Sabina fino ai

  1. S’intende ancora del Campo Marzio. Svetonio nella vita d’Augusto dice: Senatorum humeris delatus in Campum, crematusque.
  2. La via Appia cominciava dalla porta Capena: la Valeria da Tivoli.