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1 coDT«DÌ6Dta col genere di armadura attribuita da Erodoto al popolo iDDominato: perch", fìnalmeate, nel paese del Calibi, esisteva infatti DO oncolo di Marte, e colla menzione di un oracolo di Marte termiaa ippunto il Capo 76» della Pulinnia.
N. 13. iti^ ^’aOTlJU? Kdaireipoi koI TTapixdvioi éocodxaxo ó.uoiiU(; koI <v Tii mZùi (ti 8C). N, aecadtca divgrsamente il fatto nei Cospiri, ecc.
Fa per congettura del Reiz obo veuno primieramente sostituito qui KóowEipot a KdoTnoi; cene si legge in tutti i codici e in tutte le edirioni antecedenti; al flue di tOrre di me^zo collo variante l’incomoda t itrana ripetizione della gente Caspia in questo elenco dei cavalieri ujatici. Ripetizione veramente inesplicabile, se non si attribuisca alla mente distratta dell’autore o ad un equivoco di amanuensi. Nò giova ,1 dir» che una ripetizione dello stesso genere si riscontra anche in quello elenco di popoli, che forma come la base del celebre ordinainenln dei tributi stabilito da Dario. Perchè, se anche in quell’elenco ’ Caspi sono nominati due volte, la cosa è però presto e facilmente piegabile, col semplice presupposto che essi costituissero, non un nk) circolo gabellarlo, ma due. La presenta Nota ciononostante non wel)be assoluta, se non aggiungessimo: che anche la tariantt; profusi» dal Reiz urta per verità contro un’obbiezione gravissima. E, tio’. che i Cospiri non appariscono punto nell’elenco fatto in antecedenza da Erodoto, della fanteria persiana, contrariamente al caso lìn Medi, dei Gissi, degl’Indi, dei Battrl, e di tutti i popoli, in una («roU, descritti in questo Capo 8(3°, come quelli che somministravano uvaUtrìa all’esercito del re di Persia.
S. 14. ’IUW&; bi, 6oov jiiv xpóvov tv TTeXonovvnoui oIkeov t^v vOv «nltoM^v ’Axaiir|v... ^Tti 6t ’lu)vo(; ToO HoOtou, ’Iu)v€i;(§ 94).
/ Juali Ioni, per tanto tempo, quanto rimasero in quella regione ili Peloponneso, che ara appellasi Acaia (itmiinzi all’actaniniento ^rì Peloponneso stesso di Danuo e di Xuto), ebbero, per affermaliont dei Greci, il nome di Pelasghi Egialei. Ma in progresso di lempt, e in grazia di Ione figlio di Xulo, essi si trasformarono W lotii.
Sirebbe forse difficile trovare altro testo dell’antichità, dove pib cWrtmente che in questo si afTormi e si stabilisca il punto interesMtiMimo della unità primigenia fra i Pelasghi e gli Elleni. I quali ^leai; che fino dai tempi della loro antica dimora nella Grecia centrale (e chiusi fra l’Asopo e l’Enipeo), dovettero aggiungere, secondo <S<ti varcisimiglianza, un grado non piccolo di privilegio e di magporiDza sopra i vicini; nella maturità poi dei tempi, e con lars^ hisKi’.n, /«ori» Erodoto, III. \\