Pagina:Delle istorie di Erodoto (Tomo III).djvu/228

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movesse subito verso l’Istmo, e che si combattesse la battaglia navale dirimpetto al Peloponneso. La quale opinione sostentavano con questo argomento: Che se fossero stati vinti nelle acque di Salamina, sarebbero poi rimasti chiusi nell’isola senza speranza di soccorso. Sconfitti invece sull’Istmo, avevano sempre uà rifugio pronto tornando alle case loro.

50. In quel mentre poi che i duci peloponnesì così disputavano, giunse un araldo da Atene, il quale annunziò l’ingresso dei Barbari nell’Attica, e le devastazioni e gli incendi che ci commettevano. Dappoiché l’esercito di Serse, dopo aver traversata la Beozia e dannate alle fiamme le città di Tespi e di Platea, era effettivamente giunto fino ad Atene, disertando e mettendo a soqquadro ogni cosa.

51. Dal passaggio dell’Ellesponto; che segnò il primo ingresso dei Barbari in Europa, e che, fra una cosa e l’altra, consumò un mese di tempo; infino all’ingresso loro nell’Attica, trascorsero altri tre mesi. Entrarono poi nell’Attica sotto l’arcontato di Calliade, e trovarono la città vuota di abitatori. Soltanto nel tempio di Minerva s’imbatterono in alcuni pochi cittadini, o deputati alla custodia dol tesoro o poven di coadizione. I quali credevano di potere tener lontani dalla rócca gli assalitori mediante una palizzata. E non avevano riparato a Salamina, parte per difetto di mezzi, e parte anche perchè stimavano d’interpretare meglio di tutti quell’oracolo delfico: che un muro di legno sarebbe stato insuperabile. Attribuendo, cioè, a un vero e proprio muro di legno, e