Pagina:Delle istorie di Erodoto (Tomo III).djvu/236

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mente in onore di Bacco. Ma essendo Demarato (pr! guiva narrando Dicco) affatto digiuno dei misteri eleusini. domandò che cosa signiScasse quel canto; ed esso allora gli parlò in questa forma: Non passerà molto tempo, o Demarato, che un grande infortunio affliggerà l’esercito regio, imperocché, l’Attica essendo ridotta tutta un deserto, gli ò chiaro che quel snono non può essere che un’ operazione divina, fatta perchè proceda da Eleusi un segno felice agli Ateniesi e agli altri confederati. Che, se quel suono andrà a ripercotersi nel Peloponneso, ciò presagirà sventura al re e al suo esercito sul continente. Se invece andrà a ripercotersi nelle acque di Salamina, presagirà la distruzione dell’armata persiana. Nel rimanente, questa festa (di cui ora abbiamo l’imitazione’: si fa veramente ogni anno dagli Ateniesi per celebrare Cerere e Proserpina: chiunque vuole, dei cittadini Attici o degli altri EUeni, può partecipare al sacro rito; e i canti che odi, sono precisamente simili a quelli che si eseguiscono in tale occasione in onore di Bacco. Alle quali parole, Demarato tostamente rispose: Taci, te ne scongiuro, e non ripetere a nessun altro quanto tu ora mi hai detto. Perchè, se le tue parole giungessero fino alle orecchie del re, la pagheresti col capo; e né io né uomo del mondo saremmo boni a salvarti. Onde, ti ripeto, sta zitto: e dello esercito di Serse, sarà quello che li Dei vogliono. Tali furono però, secondo Diceo, le raccomandazioni fattegli da Demarato. Poi diceva, che si era formata nQ» nube composta di polvere e di suono; la quale sollevatasi in alto era andata a percotere il campo dei Greci » Salamina. Donde questi presentirono la futura disfatta dell’armata persiana. Tutte queste cose, dunque, narrava