Pagina:Delle istorie di Erodoto (Tomo III).djvu/243

Da Wikisource.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

— 231 —

pennesi, Temistocle celatamente se n uscì fuora, e mandò un suo uomo sopra una barca al campo medico, istruito di quello che dovea dire. Il quale uomo aveva nome Sicinno; era un creato di Temistocle, e pedagogo dei suoi figlioli. E dopo gli avvenimenti che stiamo ora narrando, Temistocle lo fece aggregare alla cittadinanza tespiese; quando i Tespiensi sentirono il bisogno di risanguarsi con una nuova raccolta di cittadini. Lo colmò inoltre di molte ricchezze. Giunto poi che fu Sicinno presso ai Barbari, favellò loro in questa maniera: Mi mandò a voi il duce supremo degli Ateniesi, di nascosto dagli altri )Eleni ’imperocché egli inclina nel suo segreto alla causa del re, e vedrebbe molto più volentieri il trionfo delle ■vostre armi che delle greche); e mi mandò appunto perchè io vi informassi che gli Elleni, presi come sono da immensa paura, meditano di fuggire. Per lo che vi si offre ora il destro di compiere un fatto degno di eterna fama, se non lascerete che i Greci se ne partano senza addarvene. Imperocché questi non si capiscono piti fra loro, e non saranno più abili di resìstervi; ma li vedrete piuttosto ^eciprocamente combattersi in campi opposti: i vostri fautori da una parte, e i vostri nemici dall’altra. Detto ciò, se ne ripartì incontanente.

76. I Barbari poi, essendo rimasti convinti della verità

del messaggio, per prima cosa deposero un forte nerbo

di armati nell’isolett’a dì Psìttalea ( isoletta situata fra

Salamiua ed il continente). Quindi, nel mezzo della notte,

e al fine di circuire da ogni parte i nemici, s’ inoltrò

verso Salamina l’ala occidentale del naviglio persiano,

in quello che le navi primieramente stanziate presso a

Cea e Cinosura si avanzarono anch’esse, e occuparono