Pagina:Delle istorie di Erodoto (Tomo III).djvu/295

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tìcitoenle la sua vasta diziooe fino a Panopeo, a Danti, e a Cipariito mila strada di Delfo; argomentana quindi la molta probabilili cbo anche un’antoDomaslica Bolide sorgesse elTettivamente sulla UrtAn medesima, quantunque non ci eia altri che Erodoto a nien(ionarla.

N. 11. aùriarv bì oi, iév nXeSoToi dv^|Jri<Jav è? toO TTapvTi0aoO tù<; wpw^iàt, tal <4 tO KtupÙKtov dvTpov (ìvt\v6ÌxaoTO (g 36),

R jf» nitri (Delfi) salirono la mor/gior parte sulle alture del Pitnatso, < cercarono nella grotta di Coricio un ottimo ricetto alle i»tiieritie.

U grotta di Coricio era scavata proprio sotto il vertice massimo .l’I Parnasso, conosciuto, come abbiamo dotto più volte, col nome il Licorea; ed era sacra alla Ninfa Concia, amante dì Apollo, e alla ■OS lorella. Essa grotta incontrasi a mezzo miglio di distanza a setInlrìone di Delfo ( l’odierno Castri); e anche oggi ci si va per una <^ottala montuosa, a piedi o a cavallo, da quei forestieri che desidetDo di ammirare quel magnifico speco, di trecento pìpdi di lunghezza ’ itugento di larghezza, dove uno può internarsi a piacere senza aver tiiiogDO di fiaccole rischiaratrici.

N. 12. ’Ev©oOTa ol iièv irXeiOTOi é? Jpoìlrfva àn4arn\av, ol bt é^ Alrivov. ol bé l<i ZaXauWa (Sj 41).

E rhi per ronseijutmn (dogli Atenipsi) H mandò (donne e famigUui) a Tretene, chi in Er/ina, rhi in Salamina,

Tr’seni, quando seguivano i fatti qui raccontali da Erodoto, era fiA da un pezzo una città dorica; e fermava anzi uno di quei subrSDtri dorici che, sotto l’egemonia d’Argo, servirono a costituire per (joalcbe tempo la lega argolica. Ma non per questo Trezene (o almeno il territorio trezenico) perdette i suoi antichi abitanti di razza ionica; i quali pen^ da liberi e indipendenli erano caduti nella condizione di perieci. E furono appunto questi antichi abitanti Hi Trezene, questi (ooi di loro nazione, coi quali si deve credere che Alene (la quale amara di predicarsi ritta ionica per eccellenza) mantenne sempre uno stretto ed «michevol commercio. Onde facilmente si spiega perchè, nell’ora suprema delle strette persiane, gli Ateniesi pensassero subito . inviare le loro donne e i loro famigliari in salvamento a Trezene. Pnò sembrare invece al primo tratto un po’ singolare quel rifugio cercato in Egina, l’eterna nemica di Atene, Ma oltredichA, in quel momectOjC’era una tregua stipulata fra i duo popoli; il fatto della vicinanza e della fortezza del luogo deve aver vinta ogni altra considerazione. Le qaali prerogative valevano anche per Salamina, che era, come sappiamo, membro integrante dell’Attica: imperocché, protetta che fosse