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Pagina:Delle istorie di Erodoto (Tomo III).djvu/308

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L’isola di Samotracia, di pelasgica che erti, diventò ionica fino dt quando essa fu occupata da una colonia venutaci da Samo. E credo che sia qui il luogo opportuno di notare eziandio, come ogni volta che Erodoto, raccontando le fazioni guerresche dei Greci e dei Pite^ siani, parla generalmente di Ioni, si deve sempre intendere di qnei Ioni asiatici, che seguitavano come sudditi l’ai-mata di Serse.

N. 30. ’Abe()iovTov 6è tòv Kopivdiov OTpaTriT’v, Xéroooi ’AOiivatoi, aOriica kot dpxà(; ili^ awianiyov al vf^ei;, <KttX<rfivTa t€ k<xI ùirepòèoavTa napTupel bi ocpi Koi i^ fiXXr) ’EXXdi; (§ IM).

Narrano poi gli Ateniesi che A dimanto y duce supremo dti C’, rinti, fino dai primordi delia fazione e al primo accenderti dtlU

mischia, rimase così smarrito e come accecato dalla paura L’

quale affermasione è anche avvalorata dalla tistimonieima étfti altri Greci.

Si è detto e si è ripetuto^ che tutto questo Capo fosse ispirato li Erodoto da una sua particolare ruggine contro i Corinti, motirataiitl fatto che essi non avessero aggiunta la propria voce a quella di totb gli altri Greci nel complimentarlo per la sua Storia. Cosi dice Oiow Crisostomo; cosi ripete Plutarco, o chiunque altri sia il vero aDtoR del libro: Della malignità di Erodoto. Il quale autore si sforxadi dimostrare con ogni specie di prove e di testimonianze, la glorìoM parte avuta etTetlivamente dai Conntl nella battaglia di Salamiu: citando, fra le altre cose, il fatto notevolissimo: che il Ioni aiat comparisce per terzo nello elenco dei vittoriosi, i quali dedicaroo’ il famoso tripode nel tempio di Delfo. Ma Erodoto non esclud’ e aoB nega, nel citato Capitolo, niente di tutto questo. Riferisce soltantodl buon cronista; e con una forma sempre indiretta, e però dubitaliri. di costruzione; in qual modo le cose erano raccontate dagli Attniesi. Avendo cura di aggiungere subito dopo: che i Corìnti peraltro di H raccontavano tutto l’opposto. E quasi lo assalisse il dubbio di tot avere bilanciato ancora abbastanza bene il prò e il cootrii in qneitt gelosa faccenda, per colmo d’imparzialità, conchiade; che qwUn ’^ dicevano i Corinti, era per verità confermato da tutti Qreci. Che se fosse stato davvero nelle mire di Erodoto di biii: di calunniare con questo capitolo delle Istorie i suoi pretesi oaiitici letterari; egli avrebbe mostrato ben poco sale facendo, spontanaf mente e bonariamente, una osservazione di tal natura ciie annulla il’ se sola tutta la macchino. Per me il discorso d cosi evidente, eh’ non so farmi ragione come si possa sostenere il contrario.

N. 31. ó txiv hi\ itp(i)TO(; bpa^ùjv napabibot rà évT€T<»Xnéva tù) 6«» xépuj, 6 ht 6eùT6po<; Tiv Tp(Tiu Kardircp "EXXriot f| XaMirab(i<pop()),

xi\y Tip ’H(pa^a^<^l émTeXéouoi (§ 96).