Pagina:Delle istorie di Erodoto (Tomo III).djvu/367

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- ^5 come insegna, sopra lo scudo (che egli rotava connuamente e non teneva mai fermo; e non già iin’ànira di ferro pendente dalla corazza.

K. Il mentovato Sofane poi s’illustrò anche con un tro fatto; quando gli Ateniesi assediavano l’isola di ?ina, ed egli uccise quel folgore dì guerra, che era irgivo Euribate, da sé provocato a singolare combatnento. Ma in progresso di tempo accadde a esso Sone d’incontrar la morte dei bravi per mano degli Edoni .esso alia città di Dato, mentre egli alla testa degli teniesi, insieme con Learco figlio di Glauso, era andato combatterli per una questione di metalli.

76. Posciachè i Barbari furono prostrati a Platea dalla irtù degli Elleni, si presentò ad essi una fuggitiva, che ra concubina del persiano larandate, figlio di Teaspi. La iial donna, allorché s’avvide della sconfitta dei Persiani

della vittoria dei Greci; tutta brillante d’oro (essa e le acelle), e abbigliata delle più orrevoli vesti che si troJsse; scese giù dal suo carro e s’avviò verso i Laceìmoni, che erano sempre occupati a fare strage degli ’versari. E avendo essa veduto Pausania che tutto diceva ed amministrava ( il cui nome e la patria uditi immentare più volte, le erano già noti avanti), facilente lo riconobbe e distinse da tutti gli altri; onde ferrategli le ginocchia, gli parlò in questa forma: re

Sparta, guardami innanzi a te in atto di supplicante, le implora la liberazione della sua cattività: quaotunle un gran benefizio già mi rendesti finquì disfacendo «toro, degli Dei e di ogni emanazione divina asini dispregiatori. Io poi sono di nazione Coa, figlia di

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