Pagina:Delle istorie di Erodoto (Tomo III).djvu/379

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— 367 della virtù profetica, che lo rese celebre fra gl’indovini del tempo suo.

95. II figlio, dunque, di questo Evenio, Deifono, era il vaticinatore dei Greci raccolti col naviglio a Deb: quantunque io abbia inteso anche dire, che Deifono spacciava su e giù per l’Eliade la sua mercanzia, non essendo già il vero figlio di Evenio, ma usurpando un tal nome,

96. I Greci animati dai favorevoli auspic!, sferrarono da Delo e mossero alla volta di Samo. Giunti poi a quel punto dell’isola, che chiamasi Calamo, qui s’ancorarono presso al tempio di Giunone, mettendosi in pronto per la battaglia. Ma i Persiani, quando videro l’avvicinar degli Elleni, si mossero anch’essi; e avendo lasciato andare i Fenici a casa, spinsero le altre navi alla terraferma: imperocché avevano risoluto di non tentare la battaglia, non sentendosi di forze eguali a quelle degli avversari. Si voltarono poi verso la terraferma per mettersi sotto la guardia dell’esercito che stanziava a Micale; il quale era una parte dell’esercito barbarico, lasciata Quivi apposta da Serse per difesa della Ionia. Sessantaroila "Omini, infatti, erano raccolti a MLcale sotto il comando supremo di Tigrane, bellissimo e altissimo uomo: e sotto ’^ protezione, dunque, di tale esercito decisero di ripararsi ’ Capi del naviglio persiano; e decisero inoltre di tirare ’ terra le navi; poi di chiuderle con una trincea, che Servisse tutt’insieme di protezione alle navi e di rifugio a 86 stessi.

97. Con questi propositi in cuore fecero vela i Persiani: e oltrepassato che ebbero il tempio delle Eumenidi in