Pagina:Delle istorie di Erodoto (Tomo III).djvu/400

Da Wikisource.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

— 388 — "

n nome degli EnchtUi Illirici s’intreccia, nella tradizione greca, particolarmente coi miti di Cadmo e dei Cadmei, Narrasi infatti che Cadmo, dopo aver lasciato a Tebe un suo genero corno successore al regno, e le quattro figliole; divenute poi cosi celebri per la loro iotimitk col culto e coi misleii di Bacco; migrasse insieme colla soa moglie Armonia fra gli En< kelei Illirici: dove, a conclusione delle sue gesta, sarebbe stato poi trasformato in una figura di serpente, e la consorte del pari. Recita poi ancbe la favola, che ì Cadmei, discacciati da Tebe dopo la vittoria degli Epigoni, parte riparassero sul monte Omolo nell’Estieotide e parte andassero a cercare un asilo (n gli Enchelei dell’IUiria.

N. 8. ÓMft? èttiaTOffSE ToO; MriSou^ koI t^v ndxiv aùréuiv, tv Mo paBiIivi ^axEOàfiEvoi InapTiiiTfuiv fàp obhtXt, itcneipriTai M^òov

(§ 46).

Voi (Ateniesi) conoscete benissimo i Medi, e il loro modo di combattere, avendone fatto esperimento a Maratona. Noi all’incontro non abbiamo sciema alcuna di questa g<:nte, non atendo nessuno Spartano acuto mai nulla a che fare coi Medi.

Parrebbe a prima fronte cbe Pausauia, introdotto da Erodoto t parlare in questi termini, ignorasse, o mostrasse d’ignorare, il combattimento delle Termopile. Considerando peraltro cbe, dei combattenti alle Termopile, non ne restò neppur uno vivo, il discorso ili Pausania corre (lei’fettamonto. Imperocché egli diceva il vero, asi’rendo: che fra’ S;,artani presenti non c’era alcuno cbe ai fosse ancori paragonato coi Medi.

N. 9. ’EvBaOra ol ^èv SX\o\ dpTiot laay tùiv raEmpx^uiv itc(8c<j6<» TTauoavlr). ’Anon,ti(ip£To(; bi à TToXidbfu), XoxiT^u’v toO TTiTavT)T6»» Aóxou K. T. X. {§ 53).

Allora tutti gli altri luogotenenti (lacedemonici) si disposero i eseguire volonterosi il comandamento di Pausania. Ma Amomfareto, figlio di Poliade, il quale governava un colonntllo di Pi" tani, ecc,

La Pisana, la Mesoa, la Limne e la Cinosura costituivano i qoat’ tro, cosi detti, borghi di Sparta. Ora, risulta chiaro dal passo surriferito, che dalla Pitana era fornito all’esercito lacedemonico un corpo di combattenti, proprio e disliuto. E siccome leggesi altrove la stessa cosa della Mesoa, si puh, con ragionevolissimo fondamento, estendere il fatto anche alla Limne ed alla Cinosura. Tucidide nieoiemeno al Capo 20’ del I delle sue Storie, nega recisamente che i Pitani abbiano mai costituito una parziale divisione dell’esercito persiauo. Ma, secondo ogni probabilità, egli erra, facendo una confusioaa