No, che un atomo sol non si distrugge -,
Nè un esser v’ha, che d’aver fatto il grande
Onnipotente Dio si penta e mostri,» 175Che consiglio ei cangiò- tornando al nulla *
Dell’immortalità dell’uomoè questa
Il luminoso emblema: ei passa, è vero,.
Noti perisce però. Ma pur diverse
Son la natura, e Palma* Incerchio immenso, 180in cui mille sembianze or lascia, or prende,
Quella se stessa avvolge-, e questa il passo
Avanza, e per sentier dritto infinitoSempre
qual viva fiamma in alto sale..
Chi creder può che debba l’alma un giorno» 185Esser preda di morte, e creder pilo te
La materia immortai? Reso il più vile
Sarà l’esser più grande? E l’uom soltanto.
Per cui tutto rinasce, a nuova vita.
Sorgere non potrà? Stella più amica 190Avrà Ja messe, che dell’uomo è cibo?.
Ed un fato crude! l’uom solo avria.
Condannato a ridursi in seno al nulla t
L’uomo, che sol dell’esistenza il bene, E
l’orror del morir conosce, e sente 1» ’ 195D’una seconda lesre è la natura.!
Rigida osservatrice. Ella trascorreSempre
fedel la sì minuta, e vària
Serie de’ gradi suoi. Tócca passando
Tutti gli ultimi stami, e nulla omette* 200Nulla confonde nel suo, moto occulto •
Ogn.’ esser, che tra due sostanze è centro
Con due punti, che l’uno è all’altro opposto*
Al suo maggiore estremo, e a quel di lui
Sommamente minor s’unisce. Ognuna 205Parte del tutto alla porzion vicina
Si combina, si adatta: una dall’altra
Par che germogli, e par che l’una abbracci
L’altra, che con eguale amor risponde
m Qui si vede materia affatto inerte 210Dormir sepolta, ed aspettar chi desti