Pagina:Delle notti di Young traduzione di Giuseppe Bottoni e del Giudizio universale dello stesso Young.djvu/190

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164 DUODECIMA.

Donde a rendersi reo prende coraggio • *
Finché risplende il sol, Torrido ceffo
Nascondono i malvagi; in alto sonno
Àbitan le caverne i rei sicarj,
365Finché l’ombra ricuopra e monti, e valli 5
Sorta è la notte, ed or vegliano insieme,
Insiem la preda a rintracciar sen vanno-*
Li mira ogni astro spaventato il passo
Muover tra l 1 ombre con proterva fronte
370E mira della notte il cupo orrore
Pieso da’ lor delitti ancor più tetro.
Or con immoto ciglio, e piò sospeso %
Chi rapisce l’altrui l’avaro osserva,;
Che un tesoro nasconde, e al nuovo giorno
375Sarà costretto a mendicar del pane * "
Or le nere congiure, i rei disegni
Vegliano, e uopre della notte il manto.
Quelle orribili trame, in cui nascose
Stragi, mine son, che il sol non vede,
380Ma che sapranno un dì far fronte a’ regi,
E di sangue inondar cittadine regni*
Or del vizio brutal gii empj* seguaci, ~
Quasi la notte impara fiamma avvivi, Yollno
a celebrar opre nefande,
385Ed or.. • Dirlo degg’io? Tacere io deggio?...
Ma i fulmini che fanno?... -Or dell’amico
Va l’adultero infame al casto letto Con
pie sicuro, e nel macchiarlo ei ride,,.
E dispregia in suo cor gli uomini, e Dio.
390Tanto ardisce il mortai, sempre in contrasto
Con se stesso, col Nume: i suoi delitti
Senza tema, o rossor de’ cieli espone:
Al purissimo sguardo, e trema, e gela
Se nell’ombre notturne un uomo il mira*
395Dunque formati fur gli astri minori
Per servigio degli emp}? Insiem coll’ombre
Mischiano lo splendor sol perchè il ferro
Guidi a ferire, e l’omicida asconda?
Ma non più di si rei ’maligni insetti.