Pagina:Delle notti di Young traduzione di Giuseppe Bottoni e del Giudizio universale dello stesso Young.djvu/9

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le materie dello stesso genere, tanto inegualmente sparse nell’originale; chiunque trasportando in altra lingua quest’Opera, non lo avesse esattamente imitato; nè si poteva pretendere la difficile sofferenza di far tal fatica leggendo, anche da discretissimi leggitori.

Si osservi infatti nell’Originale la quarta Notte intitolata Narcisa, a cui da principio il Poeta colle solite sue lamentevoli voci, e mentre prepara il Lettore a pianger seco la morte di quell’amabil Fanciulla, passa d’un salto precipitoso a parlar della solitudine, della nobile compagnia, che fanno all’uomo Iddio, la Ragione, e l’Angelo tutelare: dell’infelicità dell’uomo stesso, se non procura in questa vita di essere unito a Dio, fedele alla ragione: apostrofa in seguito vigorosamente quei Poeti, che non prendono solidi, o ben costumati soggetti per tema del loro canto, e si rivolge poi a porger voti alla Luna, perchè cogl’influssi suoi renda più sopportabile l’amarezza ch’ei soffre,