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Pagina:Diario del principe Agostino Chigi Albani I.djvu/165

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— 157 — A. 1842

qualche tempo per la quale una quantità di persone a piedi che erano per la villa, si sono rifugiate nel palazzo col consenso dei padroni, e vi hanno cagionata gran folla. Cessata alquanto la pioggia il Papa è ripartito, e più tardi si è incendiato quel che si è potuto del fuoco d’artifizio. Io vi sono andato con Checco e Mario e vi sono rimasto sinché l’Obelisco è stato posato intieramente sulla base, il che non è seguito che poco prima delle undici e mezza della sera, e che è stato annunziato con degli spari e dei fuochi di bengala. Tutti generalmente hanno deplorato l’accidente, che ha guastato una festa, quale sembrava sarebbe stata sicuramente molto bella.


LUGLIO


Lunedì 11. — Questa mattina è stato giustiziato col taglio della testa alla piazza dei Cerchi un campagnuolo marchigiano reo di aver nello scorso inverno ucciso, coll’intenzione di derubarlo, e che abitava al così detto Giardino di Malta, di cognome Pelia.

Venerdì 22. — Questa mattina il Papa ha tenuto il Concistoro segreto, in cui, oltre la proporzione di molte chiese vescovili, ha fatta una allocuzione relativa all’infelicissimo stato della Chiesa cattolica nei paesi soggetti all’Impero di Russia e più di tutti in Polonia. In seguito è stata distribuita a tutto il S. Collegio una lunga esposizione dell’andamento di questi dolorosi fatti sin dal principio, corredata di tutti gli analoghi documenti.

Martedì 26. — Oggi dopo pranzo a Villa Torlonia fuor di porta Pia è seguito coll’opera dei cannonieri, l’innalzamento del secondo Obelisco dedicato alla memoria della defunta Duchessa (come il primo lo era a quella dei fu Duca). Non vi è stato invito ma la villa è stata aperta a chiunque ha voluto andarvi non vestito di camisciola. Si è fatta una copiosissima distribuzione di vino e ciambelle ecc. ecc. al numerosissimo popolo concorsovi, e per conseguenza vi sono stati molti ubbriachi, ma nessun disordine grave.