Vai al contenuto

Pagina:Diario del principe Agostino Chigi Albani I.djvu/178

Da Wikisource.
A. 1845 — 170 —

al Visconti, dentro un mese, dovendo le lettere suddette rimanere negli atti dell’accademia, e non adempiendo a questa ingiunzione si dichiara verrà dalla medesima espulso, ed intanto dovrà astenersi dall’intervenirvi. Ciò ha suscitato gran rumore fra gli accademici, sostenendosi fra loro che il Presidente non fosse autorizzato ad avanzare il ricorso di suo arbitrio; e si minacciano rinunzie ecct. ecct. assicurandosi che il Principe Borghese, uno dei soci, l’abbia già date.

Lunedì 31. — Vari soci dell’accademia archeologica, e segnatamente quelli componenti il consiglio dei censori, sottoscrissero una protesta contro il rapporto fatto dal Presidente Odescalcbi al Card. Camerlengo sull’affare di Visconti e Gennarelli, senza loro saputa, onde ne venne poi il dispaccio comminatorio del Cardinale, e la rimisero al Presidente stesso onde la comunicasse all’accademia, che doveva radunarsi venerdì scorso; il che dal Presidente non fu eseguito: onde l’affare resta sempre nello stato di fermento. Corre qualche voce che alcuni Cardinali abbiano intrapreso tentare la conciliazione.


AGOSTO


Sabato 23. — Ieri nella sezione politica del tribunale della Consulta si è giudicata la causa dell’avv. Galletti di Bologna e di vari altri implicati negli ultimi torbidi di quella provincia, ed il primo è stato condannato alla pena della detenzione a vita e gli altri a pene proporzionatamente minori.

Martedì 26. — Nella notte scorsa è stato arrestato e condotto a Castel S. Angelo il negoziante di droghe Bartolomeo Galletti, che è passato sin qui per uno dei più belli ed eleganti giovani (volgarmente Paini) di Roma; non si sa bene se il motivo del suo arresto sia polìtico, o di altro genere.

Mercoledì 2;. — L’arresto di Galletti è stato ordinato dal tribunale del Vicariato per oggetto di sua competenza.

Domenina 31. — Si assicura che tutti i detenuti politici, che sin qui si custodivano nella fortezza di Civita Castellana, siano stati trasportati a Roma, e ciò in seguito della scoperta di un complotto tra i soldati di quella guarnigione, tendente a favorire l’evasione dei detenuti medesimi.