Pagina:Diario del principe Agostino Chigi Albani II.djvu/44

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A. 1848 — 44 —

crede per opera dei ladri) un allarme per cui la gente si è data alla fuga con perdita di cappelli, orologi, orecchini ecc.; ma senza alcuna disgrazia.

Mercoledì 26. — Questa mattina il battaglione dei volontari civici arrivato ieri ha persistito a non volersi disciogliere ed a voler essere acquartierato separatamente e, ricusando qualunque altra caserma, ha voluto essere alloggiato nella Casa del Gesù che ha occupato di fatto.

Giovedì 27. — Ieri sera nelle vicinanze della piazza San Marco fu ucciso con un colpo di stile nella gola un tale abate Ximenes, Maestro alle scuole del Collegio Romano, e che si dice scrivesse in qualcuno degli infiniti giornali che si pubblicano a Roma.

Venerdì 28. — Secondo le voci del giorno, pare che il Ministero, almeno in gran parte resti a posto.

Sabato 29. — Si sta in grande aspettativa di sentir nuove dell’esito dei combattimenti, che si sa in genere esser seguiti dal 22 al 24 corrente, presso Mantova e Verona tra l’armata austriaca e piemontese. Dalle voci che circolano alcuni attribuiscono il vantaggio alla seconda, almeno nel risultato finale.

Domenica 30. — Oggi si è pubblicato un bollettino semi - ufficiale, che porta in genere nuove di strepitosa vittoria riportata dal Re Carlo Alberto sopra gli Austriaci, che avrebbero perduto 6000 prigionieri, 40 cannoni, 13 bandiere ecc. ecc. senza però precisi dettagli; un’altra staffetta è venuta stasera da Ferrara che sembra non far che confermare le predette notizie. Oggi dopo pranzo la legione dei volontari reduci, con dei distaccamenti dei battaglioni della Guardia civica di Roma, è andata a Villa Borghese a fare una passeggiata militare fraterna. Questa sera poi una truppa di gente, con torcie, bandiere ecc. e facendo evviva strepitose a Carlo Alberto Re d’Italia, si è portata al Campidoglio e a Monte Citorio, facendo suonare in ambedue i luoghi le rispettive campane come pure in varie chiese. A ciò è succeduto uno sparar di fucili che ha continuato quasi fino alle tre dopo la mezza notte e che ha messo in allarme tutta la città, ed anche i contorni.

Lunedì 31. — Una notificazione del Card. Vicario affissa