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14. — I reverendissimi Padri del Concilio Ecumenico ieri e ier l’altro tennero congregazione generale nell’Aula Vaticana per la votazione definitiva sul dogma della infallibilità.

Soltanto si può assicurare che il voto, mentre da persone stesse addette ai Vaticano veniva assicurato sarebbe stato segreto, fu invece pubblico.

Centoquarantaquattro vescovi diedero il voto contrario, molti altri si astennero. Però, la maggioranza risultò favorevole ed il dogma restò ammesso.

Domenica prossima è tutto disposto per la solenne pubblicazione.

Si dice che ai Papa si era fatto credere che, tranne poche teste calde, gli altri vescovi sarebbero tutti favorevoli, tanto che calcolavasi in una quasi unanimità.

Ultimamente, Pio IX non dubitava di esprimersi con alcuno dei suoi ministri che oramai si erano vuotate tutte le casse pubbliche e private; ma che alcuni avvenimenti prossimi a verificarsi avrebbero cangiato la posizione angustiosa ed ampliato i domimi della S. Sede.

Nè ciò deve recare meraviglia poiché il nostro ministro della guerra, Kanzler, con piena fidanza, va ripetendo che se Pio IX gliene desse il permesso, egli, in pochi momenti, rivendicherebbe le Marche, sicuro che, al presentarsi delle coccarde papaline, quei popoli, oppressi dalla tirannide, impazienti di tornare sotto il paterno regime del pontefice romano, insorgerebbero per cingergli di allori la fronte.