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Pagina:Diego Sant'Ambrogio - Notizie e presunzioni preliminari intorno ad alcuni dei marmi milanesi di Desio, 1901.pdf/5

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varietà 347



hoc est sepvlchrvm strenvi militis
domini rebaldi de aliprandis qvi
obiit anno cvrrenti mcccxiiii die jovis
.


Questo Rebaldo De Aliprandis fu padre di Martino, celebre oratore che fece parte dell’ambasceria spedita a papa Giovanni XXII nel 1332 da Azzone Visconti per impetrare la pace, e poichè, come dice la lapide, la sua qualifica principale fu quella di essere uno strenuus miles, senza altre più cospicue mansioni ufficiali, meglio d’ogni altro a lui s’attaglia perfettamente il frontale d’avello senza la relativa iscrizione, fino a noi giunto fra i marmi milanesi di Desio.

Aggiungasi che a metter meglio in risalto quella qualità sua di miles, concorrono egregiamente le effigi dei due santi laterali di San Giorgio e San Vittore, e che essi sono designati per di più col nome loro in caratteri gotici precisamente nel modo stesso in cui lo sono a Desio i due Santi Agostino e Marco della lastra tumulare, di soli quattro anni anteriore, di Mirano de Bechaloe, famiglia amica di cui altri membri ricordava in San Marco stesso una iscrizione del 1398 e che si fuse dappoi con quella chiamata dei Bescapè.

V’è poi ad osservare da ultimo che di questo patrizio ed illustre ceppo degli Aliprandi che tanta fama godè in Milano nel XIV e XV secolo, conservasi nelle navate traversali di destra di San Marco altra lastra tombale, importantissima sotto il rispetto dell’arte, di un Salvarino degli Aliprandi morto nel 1343 e che appare evidentemente ascrivibile allo scalpello di Giovanni da Campione.

Figlio di Martino egli pure questo Salvarino degli Aliprandi, e così fratello del Rebaldo, morto però in più giovane età, comprendesi facilmente come i due fratelli trovassero il sepolcro entrambi, forse a pochi passi di distanza, nella chiesa stessa di San Marco.

La differenza di oltre tre decennii fra la morte del Rebaldo