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Pagina:Diego Sant'Ambrogio - Notizie e presunzioni preliminari intorno ad alcuni dei marmi milanesi di Desio, 1901.pdf/6

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nel 1314 e quella del Salvarino nel 1443, viene ad essere spiegata pienamente anche dal carattere artistico della scultura dei due davanzali d’arche funerarie, giacchè mentre in quella di Rebaldo le rigidezze e le ingenue mosse dei personaggi rispondono in tutto all’arte bambina del trecento, pur ammesso che il sarcofago di quest’ultimo sia stato condotto a fine anche alcuni anni dopo il trasporto del tumulato, nel deposito tombale di Salvarino già scorgasi assai maggior ispirazione e sentimento, sicchè il Gotthold Meyer lo giudicò anzi il più bello fra i molti monumenti funebri campionesi del XIV secolo.

Tutto ciò si è qui reputato opportuno di esporre e chiarire a maggior illustrazione di un pregevole marmo solo da poco venuto in luce a Desio, e che, alle perspicue doti scultorie di cui offre esempio, aggiunge, coi dati più sopra riferiti, chiari clementi di prova della provenienza sua dalla chiesa di San Marco di Milano non solo, ma altresì d’esser stato colà scolpito nella prima metà del XIV secolo in ricordanza del valoroso guerriero più sopra accennato della illustre progenie degli Aliprandi.

Senza veruna indicazione di provenienza, ma contrassegnato almeno da uno stemma gentilizio, evvi pure fra i marmi di Desio, il vago frontale di camino di cui siamo in grado di offrire la riproduzione eliotipica.

Lo scudo ci presenta l’insegna del castello incluso fra le due trecce che distinguono più specialmente la patrizia famiglia milanese dei Casati, ma che ebbero comuni con quel ceppo anche i Beolchi e i Giussani di Champsiraz. Possedevano però i Casati e possedono tuttora a Muggiò, a Caponago e in altri luoghi del circondario di Monza, ed è quindi ad essi più specialmente che può ascriversi quel disperso marmo nel buon stile del Rinascimento.

1 puttini alati reggenti restoni su cui, come nell’arca del Busti alla famiglia Birago, si librano svelte aquilette, i nastri svolazzanti leggiadramente e così pure le teste d’angioletti in basso,