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Pagina:Diego Sant'Ambrogio - Notizie e presunzioni preliminari intorno ad alcuni dei marmi milanesi di Desio, 1901.pdf/8

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l’arte italiana già s’erano introdotte, colla scuola di Michelangelo, certa eleganza e fastosità pur nel campo della scultura senza però che si manifestassero i primi accenni all’incipiente barocco.

Così come appaiono, è evidente, che quei due simulacri di egregia fattura bensì, ma quali non potrebbero star da soli, facciano parte come elementi decorativi, di qualche sacro edificio da cui furono eventualmente rimossi o pel quale vennero apprestati senza essere poi stati, per una causa qualsiasi, usufruiti.

Ma quale può essere questo edificio, e di qual epoca sono quei marmi se pur non ci è dato di sapere il nome del valente artista che li scolpiva e che, appunto per non trattarsi che di statue decorative, omise di apporre ad esse la propria sigla?

Sono quesiti che si impongono da sè attesa l’importanza e la bellezza di queste statue di Sibilla, ed è dovere della critica di porre innanzi ai riguardo le proprie argomentazioni in mancanza ben anco di ogni indicazione e di precisi documenti, non foss’altro che perchè gli studiosi d’archivio possano averle presenti nelle loro indagini.

E, innanzi tutto, trovandosi queste due statue nel giardino di Desio, insieme ai molti altri marmi scritti e figurati raccolti dai nobili Cusani in quella loro villa nei primi anni del XIX secolo, togliendoli alle soppresse chiese e congregazioni della vicina città di Milano, la provenienza loro da detta città risulta manifesta dal carattere chiesastico di tali raffigurazioni e dal valore stesso dei due blocchi di marmo Carrarese scolpiti da mano maestra, cosicchè rimarrebbe per sè escluso possano essere opera locale o di chiese o cappelle secondarie anche per le stesse loro dimensioni.

Dietro quest’ultima considerazione, potrebbe pensarsi a tutta prima a dispersa opera scultoria del Duomo di Milano; ma, oltrechè nè i profeti, nè tanto meno le sibille, figurano in quel monumento nelle dimensioni ad un dipresso di tali statue, basterebbe avdescludere per sè tale possibilità il fatto che i due simulacri non sono foggiati con quel marmo di Gandoglia che fu quasi esclusivamente preferito nei lavori della Veneranda Fabbrica.