Pagina:Discorsi sopra la Prima Deca di Tito Livio (1824).djvu/592

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Castruccio e Pagolo, ciascuno fu a Pistoia, e l’uno e l’altro fu ricevuto come amico. Tanto che entrati dentro, quando parve a Castruccio, fece il cenno a Pagolo; dopo il quale l’uno uccise Iacopo da Gia e l’altro Bastiano di Possente; e tutti gli altri loro partigiani furono parte presi e parte morti; e corsono sanza altre opposizioni Pistoia per loro; e tratta la Signoria di palagio, costrinse Castruccio il popolo a dargli obedienza, faccendo a quello molte rimessioni di debiti vecchi e molte offerte; e così fece a tutto el contado, il quale era corso in buona parte a vedere il nuovo principe; tale che ognuno, ripieno di speranza, mosso in buona parte dalle virtù sue, si quietò.

Occorse, in questi tempi, che il popolo di Roma cominciò a tumultuare per il vivere caro, causandone l’assenzia del pontefice che si trovava in Avignone, e biasimando i governi tedeschi in modo che e’ si facevano ogni dì degli omicidii e altri disordini, sanza che Enrico luogotenente dello imperadore vi potesse rimediare, tanto che ad Enrico entrò un gran sospetto, che i Romani non chiamassino el re Ruberto di Napoli, e lui cacciassero di Roma, e restituissenla al papa. Né avendo el più propinquo amico a chi ricorrere che Castruccio, lo mandò a pregare fussi contento, non solamente mandare aiuti, ma venire in persona a Roma. Giudicò Castruccio che non fussi da differire, sì per rendere qualche merito allo imperadore,