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PERRONE. Onorevole Presidente, ella ha visto che la Camera è stata intrattenuta, per tre giorni, ad ascoltare letture di cifre e lunghi discorsi, lasci che, in questo momento, goda anche un po’ d’allegria... (Ilarità).

PRESIDENTE. Ma niente affatto!

PERRONE. Accade questo fenomeno che ancora non si è molto compreso: e cioè che, da quando si è felicitato il pubblico italiano col dazio, cresciuto da lire 1,40 a 3 lire e poi più tardi ancora a 5; e poi quando venne il grande tassatore, l’onorevole Sonnino, dicendo: occorre che il popolo paghi i due decimi sulla fondiaria, e per riparare al grande disastro della nostra finanza, deve darmi il 20 per cento sulla imposta di ricchezza mobile, ed anche il 7.50 sul grano importato, e la Commissione parlamentare accettò questo aumento con l’altro, ma soppresse i due decimi — d’allora crebbe sempre più una speculaziore curiosa.

Ecco come questa si svolge.

I pastai hanno creato in Italia una magnifica industria, benchè non siano arrivati alla perforazione dei mercati, uso tedesco per cui lavorano i consoli, gli uomini di affari, i direttori delle banche — è maraviglioso il sistema bancario, creato da quel popolo nel mondo, e di questo sistema a suo tempo potremo parlare — non siano, dico, pervenuti ai metodi tedeschi, pure hanno organizzato una bella industria quasi coeva all’emigrazione.