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cortesi, collaborate con me per l’onore, il prestigio e la salvezza dell’Italia in questo tragico momento.

Così avrebbe dovuto fare, chiamandoli, lusingandoli, o, col potere dell’autorità, minacciandoli, e avrebbe dovuto trarre da costoro tutta la personale attività per la soluzione di questo grande problema contingente e momentaneo di deficienza nel fabbisogno odierno che gli si presentava nella crudezza e tristezza allarmante.

Qui è un suo torto, ma è da reputare che sarebbe stato lo stesso se un altro Governo si fosse trovato a quel posto. Perocchè sciaguratamente noi abbiamo questo grande polipo della burocrazia i cui tentacoli afferrano il Governo e lo soffocano e l’aggrovigliano così come s’avviticchiano nel fondo del mare le membra umane, precipitate dai piroscafi silurati e sprofondati, con i tentacoli dei grandi polipi.

Gli antichi, pare, ne sapessero più di noi: avevano raffigurato un unico Dio ai ladri e ai commercianti: Mercurio.

L’abilità, la sagacia, la finezza, la souplesse, la sottigliezza e qualche volta, anche la marioleria e la bricconeria che si sprigionano da un cervello adusato non alle battaglie dell’attività parlamentare ma alla vittoria per la conquista della lira, sono virtù, risorse e doti necessarie negli acquisti e negli scambi: esse sono possedute dai mercanti e non dai commendatori burocratici.