Pagina:Domenico Spadoni - Alcune costumanze e curiosità storiche marchigiane (Provincia di Macerata), 1885.djvu/22

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le proverbiali e meravigliose scantafavole, raccontate o no sotto la cappa del camino.

Una volta più che non adesso, la difficile digestione si andava a terminare alla messa della mezzanotte, ma quel pigia-pigia della folla nella penombra delle sacre navate non pare in quella notte sia troppo propizio per la devozione.

In campagna è la superstiziosa credenza che nella notte di Natale i bovi parlino tra di loro di cose arcane, non essendo lecito a orecchio d’uomo ascoltare; i loro dialoghi. Raccontano che un curioso, il quale si era nascosto nella mangiatoia per iscoprire ciò che in quella notte essi dicessero, fu da loro ucciso e divorato. Perciò i contadini nella notte di Natale si tengono lontani da la stalla1.

Altra speciale superstizione è quella di presagire la umidità del tempo in ciascun mese. I contadini sogliono prendere quella sera 12 pacche di noci raffiguranti i mesi dell’anno, vi fanno cadere alcuni grani di sale e le pongono ben ordinate entro la máttera (madia). A l’indomani poi vanno a vedere e, secondo che trovano ciascuna pacca umida o asciutta, prognosticano de l’umidità o de l’asciuttezza del tempo nel relativo mese2.




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  1. Pare che in quella notte, oltre ai buoi, favellino anche gli altri animali. Ho udito dire per es. che in quella notte il gallo dice: Kucirikiùu (adè natu Gesù) e il bove soggiunge: mòo (do’); la pecora risponde: Bèethalem, Bèethalem!...
  2. >L’esistenza di queste superstizioni, che per altro non sembra