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ragionamento della stampa 193


Academici Fiorentini e Peregrini.

Peregrini. Veramente la cittá e voi altri signori rispondete ottimamente alla fama che suona della vostra virtú e nobiltá. Noi siamo restati sodisfatti molto, per sí pochi giorni che siamo qua, né credo che ci sia per uscir mai di memoria i diletti mirabili che noi ci abbiamo avuto e le cortesie che dalle vostre magnificenze abbiamo ricevute.

Fiorentini. Quando voi poteste tardare, vi faremmo vedere particolarmente molte belle cose che nelle nostre case abbiamo: insino a oggi voi non ne riportate altro che l’universalitá.

Peregrini. Il veder solamente una congregazione di virtuosi sí stupenda, in una sí illustre academia, è cosa da maravigliarsi e mostrare a dito: — Vedete quello? e quello? e quegli altri? Son tutti eccellenti nella greca lingua; quegli altri (a decine ne gli mostravate) sono nelle latine, e da quest’altra parte sono mirabili scrittori nella lingua nostra. Dalla parte di sopra sono eccellentissimi in varie lingue. — Il mostrarci poi tanti musici, scultori, architetti, pittori e le centinaia d’uomini industriosi è da fare stupire il mondo, non che noi altri. Oh, solamente i libri che io ho veduti scritti a penna, composti da vostri fiorentini, son cose da riverirvi mille secoli e onorarvi in perpetuo. Voi non faceste mai miglior pensiero che far venire una bellissima stampa, acciò che per sí fatto mezzo voi illustriate il mondo con le vostre degne opere.

Fiorentini. Le vostre nobiltá, come virtuosi e generosi d’animo, non potrebbero favellare altrimenti; e vi ringraziamo d’esserci sí cortesi e l’attribuiamo alla vostra gentilezza e non al nostro merito. Diteci ora, in cortesia, alcuni ordini della vostra academia?

Peregrini. Son pochi i nostri statuti e debili ordinazioni; onde mal volentieri ne ragiono; ma non posso mancare a sí