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198 i marmi - parte seconda


Fiorentini. Cosa rara certo e che poche volte accade in fra i pari.

Peregrini. Ogni volta che occorrerá a far doge, l’academia gli ha a mandare a fare un’orazione e a presentargli, in nome di tutti gli academici, come suoi obedientissimi servi, tributo: e questa è una di quelle tazze d’argento con la sua arme dentro e di fuori quella dell’academia.

Fiorentini. Quando la vostra congregazione o, per meglio dir, quei sei mancheranno?

Peregrini. Ogni volta, come che uno muore, se n’elegge un altro; e fa quel medesimo dono perpetuo che ha fatto il suo antecessore.

Fiorentini. In spazio di tempo cotesta academia avrá parecchi centinaia di ducati d’entrata.

Peregrini. Chi ne dubita? non vi pare che sia stato un bel trovare senza molto carico della borsa?

Fiorentini. L’è stata un’invenzion dolce da trarre, senza far male ad alcuno. Che si fará di quell’entrata?

Peregrini. Potrebbesi rispondere: chi verrá a quei tempi ci pensi; ma egli s’è ordinato per istrumento reale, confermato dai nostri signori, che, avendo l’academia, come avrá, stabile di buona entrata, la prima cosa, se ne cavi il terzo e di quei dinari si salarii un maestro alla terra, publico, che insegni umanitá a tutti i poveri figliuoli che non hanno il modo a sostentarsi, e libri; l’altro terzo, si maritino tante fanciulle povere sí della terra come di contadini del suo confino...

Fiorentini. Ottimamente dispensáti, e bene.

Peregrini. ... il resto serva a fabricare, alle spese e altre cose necessarie per l’academia.

Fiorentini. Non mi potreste voi dir cosa alcuna particolare d’alcuno academico?

Peregrini. Questo v’importa poco di saperlo; l’opera, per mezzo della fama, ve ne fará chiari con il tempo. Vi dirò bene alcuni particulari d’un nostro academico che poco fa è morto, uno de’ dodici primi, gentiluomo viniziano, chiamato messer Cipriano Moresini, uomo tanto amator della virtú e