Pagina:Doni, Anton Francesco – I marmi, Vol. II, 1928 – BEIC 1814755.djvu/139

Da Wikisource.
134 i marmi - parte terza


opinione di se stessi che non hanno gli altri; perché le cose agli altri in loro paiono alte, son pericolose e cagione di gran ruina, e per questo pèrdono l’animo e tremano ogni volta che pensano nella caduta della loro altezza, per ciò che pensano varii casi che nella maggiore altezza sogliono essere piú labili; e allora temono le cose giá desiderate e quella felicitá, che ad altri gli fa molesti, a loro è molto piú grave; allora lodano il temperato ozio e hanno in odio lo splendore che è in sua potestá, e cercano la fuga, stando ancóra in piede le sue facultá; allora vedrete che per paura si dá opera alla filosofia e della inferma fortuna a’ sani consigli; imperò che son quasi contrarie queste due cose, la buona fortuna e la buona mente. E cosí siamo noi piú savii nelle aversitá; conciosia cosa che la prosperitá ci tira adietro dalla buona via.

Ma con chi parlo io? Voi dormite! O virtú, dove sei tu condotta, che non trovi chi ti voglia e non hai chi ti riceva, né pur due orecchie che ti voglino udir parlare! Sia con Dio: poi che sète adormentati, dormendo vi lascio.