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176 i marmi - parte quarta


sia possibile; onde voi dite poi: «oh, costui ha il bel tempo!», ciò è il tempo suo gli dá buon tempo. Sia pure uno ricco o giovane o nobile o re o che cosa si voglia, che s’io non voglio, mai avrá buon tempo, anzi gne ne darò cattivo a ogni mio piacere, e buono. Se talvolta io vo’ bene a uno e che io non possi, per aver allora che fare, servirlo in qualche sua faccenda, io gli mando la Pazienza, e fo andar la mia donna, l’Occasione, e poi, súbito che io arrivo, lo servo mirabilmente. Vedete che si dice: «egli è venuto il tempo». Io vo’ fare e disfare, dire e ridire: «chi ha tempo (perché mi muto di fantasia) non aspetti tempo». Il Petrarca, che sapeva che io doveva tornare a lui per una sua faccenda, disse:

Tempo verrá che all’usato soggiorno
torni la bella fera e mansueta

che in vulgare vuol dir cosí: quando il Tempo vorrá, io farò con Laura eccetera. E si dice bene questo detto, che non mi piace, rubato dal Petrarca: quando la plebe dice: «e’ verrá ben tempo che io mi vendicherò»; questo è mal detto, perché non posso star troppo in cervello, e non voglio talvolta, perché mi par che mi sia comandato, a dire a quel modo; ma, per dir corretto, si debbe piú tosto dir cosí: «se ’l Tempo vorrá (e non ‛verrá’), io farò le mie vendette». Non si dice egli: «io aspetto l’Occasione, e poi farò e dirò»? Messer sí. Ecco che chi dice cosí viene ad aver la mia volontá nel pugno, perché se ne fa certo, quando io gli mando l’Occasione mia donna; e quando ella arriva, io posso poi star poco, come colui che son di carne anch’io e mi piaccion le donne. Un altro dirá: «non ho mai avuto in vita mia un’ora di buon tempo; sempre mi sono affaticato, ho travagliato di dí e di notte; che maladetto sia questo e quello». Chi mi vuole aver per compagno, bisogna che abbi parecchi parte in sé, altrimenti non vo a star seco mai.

Impaziente. Queste avrò caro di sapere.

Tempo. Spensierato, per la prima, non aver sopra capo, non aver moglie, non governo di casa, né fastidio de’ fatti con altri; poi, venga che vuole, farsi beffe d’ogni cosa.