Pagina:Doni, Anton Francesco – I marmi, Vol. II, 1928 – BEIC 1814755.djvu/80

Da Wikisource.

i marmi - parte terza 75


libris grecis, latris, ebraicis et castronagginis . — Cosí, per non parere discortesi, noi altri ce n’andavamo da costui a visitarlo: onde si prese questo gambone, con dire: — Le mie virtú mi fanno corteggiare. — Ed ebbe a dire una volta che ci menava tutti per il naso come si menano i bufoli. Alla fine e’ si sta in quel saione e in quelle calze che presso a tre anni sono non s’è mai cavate; so che i lenzuoli non gli raffreddan le carni; alla romita, schiavina e saccone; una sua cappa legge ebreo, e certe spalliere ch’egli aveva, con brocche antiche, non però di molta valuta, i tapeti a nolo hanno fatto la donna novella, e i panni verdi, che gli sbracciava per apparenza della sua arroganza, tosto bisogna rendergli»1.

Michele. Non piú di cotesto stile; guarda se tu sognasti altro.

Francesco. Parevami d’esser fatto capitano e aver due eserciti, uno nella cittá dentro, a buoni e forti bastioni e l’altro a torno, e gli facevo spesso spesso combattere insieme e stavo a vedere con un bandierone in mano, facendogli azufiare tanto che io gli volevo fare tutti morire.

Michele. Questo ufizio non era troppo da uomo da bene; tu mi riuscivi meglio a scriver male.

Francesco. E a scriver bene era assai migliore.

Michele. Fa che io vegga o oda il tuo stile a dir bene.

Francesco. Son contento. Io mi messi a volere scriver le vite degli uomini, di alcuni, dico, e andare insino all’originale del fondo delle casate loro. Deh, ascolta, della prima che io scrissi, come io mi ci acomodai bene.

Michele. Di’, via, ché io sto saldo; ma non mi riuscire cosí scrittore come capitano.

Francesco. «Sopra tutte le fatiche umane e ogni azione che può operare un uomo in questo mondo, una ne trovo io nobile, onorata ed eccellente e difficilissima: questa, riavere il perduto onore, suscitare l’antica nobiltá di sangue e illustrare con l’acquistate e proprie virtú il secolo presente e di tutte

  1. Sotto sotto deve straziare, come al solitlo, il Domenichi [Ed.].