Vai al contenuto

Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/736

Da Wikisource.
710 Scola della Patienza

Molti altri Santi non furono trattati meglio, che se fussero stati tanti cani; e nondimeno essi a guisa di fedelissimi cani, quanto più crudelmente erano battuti con tanto maggiori carezze s’accostavano al loro padrone, e per conciliarsi la gratia sua, sopportavano ogni cosa prontissimamente. E’ assai nota la voce di quello, che si contava fra i giumenti mentre diceva: Ut iumentum factus sum apud te, et ego semper tecum.a Signore io sono diventato come un giumento, e sempre sono stato con voi. Ruffino Aquileiense racconta d’un di quei santi Padri antichi, che disse una volta ad un suo discepolo queste parole: Ne tristeris, fili, ob corporis morbum summa enim religio est, ut quiss in infirmitate Deo gratias agat. Si ferrum es, ignis tibi aeruginem absterget; Si aurum es, experimentum tui ab igne