Pagina:Drigo - La Fortuna, Milano, Treves, 1913.djvu/187

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nudo i puledri della fattoria, per boschi e per fratte? Non erano scappati più volte di collegio?

E con tutto ciò passavano i loro esami: ed erano così simpatici, allegri, pieni d'ingegno e di coraggio, che gli stessi parrucconi più arcigni del paese non sapevano ancora se condannarli od assolverli.

Battista li vedeva ogni giorno passare davanti a casa sua: bei ragazzi dagli occhi e dai capelli neri e dal colorito olivastro; li udiva ridere e chiacchierare, e li seguiva con uno sguardo pieno di curiosità e di desiderio.

Egli, maggiore di loro di qualche anno, timido ed irrosoluto per natura, sentiva vivamente il fascino della loro diversità; era attratto verso di loro da ciò appunto che a lui mancava: l'audacia, l'arguzia, l'energia.

Essi l'avevano accolto dapprincipio con diffidenza.

Insofferenti di vigilanza e di disciplina, quel compagno scelto dalla madre sembrava loro una schiavitù da portare, uno spionaggio da temere; ma in pochi giorni avevano capito il semplice cuore di lui e avevano finito per associarselo davvero come un compagno.

Il primo autunno egli li aveva seguiti alla caccia, di macchia in macchia, lungo le siepi, presso al ròccolo sulla collina: instancabilmente. Aveva diviso ogni gioco, ogni avventura, mantenendo il segreto quando si trattava di monellerie e d'imprudenze, ma esigendo con montanara ferrea ostinazione di partecipare ai