Pagina:Drigo - La Fortuna, Milano, Treves, 1913.djvu/192

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arrestato. Altre perquisizioni si prevedevano. Nascostamente si vendeva l'argenteria delle case più ricche per far denaro, si preparavano bende e filacce. Garibaldi....

Un'inquietudine, un'ansia, un'eccitazione continua e mal dissimulata, teneva gli animi.

E una mattina Battista entrò in camera dei suoi padroncini, e non li trovò più.

I letti erano intatti: sul letto di Valerio una lettera.

Era per Elena, la sorella: poche righe.

«Partiamo con Frattina; andiamo a batterci; ti raccomandiamo di tranquillizzare e confortare la mamma».

Una parola scritta a matita era in fondo alla pagina, per Battista:

— «Battista, fa buona guardia!»

E questo era tutto.

Battista aveva ascoltato la lettura di quella lettera in silenzio, a capo basso. E per tutta la giornata aveva atteso alle sue consuete occupazioni senza che nulla rivelasse il tumulto del suo cuore.

Ma la sera, quando finalmente aveva potuto sottrarsi agli sguardi, si era rintanato sotto la vite selvatica, nel più folto dei rami aspri e contorti, ed era scoppiato in violenti singhiozzi. Singhiozzi di dolore e d'offesa.

— Se n' erano andati!... Se n' erano andati!... E non gli avevano detto nulla!... Non l'avevano creduto degno di un loro segreto! Avevano; avuto paura di lui! Paura che li seguisse! E forse non sarebbero tornati mai più! Non