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Bussano ancora: replicatamente, violentemente: tutta la casa ne rimbomba.
Fausto comanda la calma con voce bassa e calma, ed ordina d'aprire.
Egli passa intanto nella stanza di sua madre.
La circonda colle sue braccia, le parla sommessamente, la supplica.
— Mamma, non è nulla. Non troveranno nulla. Sii tranquilla. È una formalità. Se ti mostri desolata, puoi perdermi.
Ed ella ringoia le lagrime, si fa di bronzo; guarda che entrano, che mettono i gendarmi alle porte, e frugano dappertutto, e prendono alcune carte, e spiano fra i ritratti e le memorie più gelose e più care....
E non dice una parola. E poi il figlio la bacia ancora, e le sussurra che se ne va con loro, che tornerà subito, che nulla può risultare contro di lui.
Per tutta la notte, per tutto il giorno appresso, ella lo attende: terrea, coi grandi occhi spalancati, comprimendosi colle mani il cuore che non si frena, e scruta la strada, la tortuosa strada tra i boschi, di dove e gli deve ritornare.
Tende l'orecchio, se una sonagliera, se lo stridere di ruote sulla ghiaia, se una voce....
— Sì....No....
Quante volte!!... E il cuore batte, martella una danza tremenda e disordinata....
— Sì....No....
Finalmente....
— Sì! Sì!... È la carrozza! È lui!