Pagina:Drigo - La Fortuna, Milano, Treves, 1913.djvu/234

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una sosta, un'oasi di purezza, in cui egli aveva riposato alquanto lo spirito affaticato ed amaro; la sua tenerezza per la fanciulla, lentamente sorta dalla curiosità fredda dei primi tempi e dissimulata da lui sotto le parole ironiche e mordaci, era quello che gli restava di più sano nel cuore, estremo fiore germogliato da rovine. L' amore di lei gli dava un fremito d'orgoglio....

Non bisognava farle del male. Bastava una parola, ed egli non l'aveva ancor detta. Ed ogni giorno aveva promesso a sè stesso di dirla, ed ogni giorno si era abbandonato alla corrente, accidiosamente....

Domani.

....Si erano incontrati a Monaco, tre anni innanzi. Valeria aveva quindici anni e tornava da un lunghissimo viaggio. Mentre sua madre trascinava d'albergo in albergo i suoi mali, la sua stranezza, e la sua noia, la fanciulla affidata ad un'istitutrice francese, correva i musei, le pinacoteche, i laghi e i castelli della Baviera, con una gioconda avidità di godere e di vivere.

Fausto l'aveva incontrata per la prima volta su di un battello che faceva il giro del lago di Starnberg, del malinconico lago che sa i folli sogni, i languori, la disperazione, d'un'appassionata anima regale.

Lungo la traversata egli non aveva fatto che ammirar la fanciulla, colpito dalla sua strana ed espressiva bellezza, ed ella non se n'era accorta.